Intervista alla celebre violinista russa naturalizzata austriaca, che ha dedicato due registrazioni al concerto del grande musicista tardoromantico e alle Tre Sonate del poco conosciuto artista russo del Settecento

Maestro Denisova, per quali motivi ha deciso di registrare il Concerto per violino di Max Reger non nella versione per orchestra, ma in quella con accompagnamento cameristico nella trascrizione fatta dal violinista Rudolf Kolisch per la Schoenberg Society negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale?

Mi è sempre piaciuta la musica di Reger, così come la sua personalità, fin dai miei anni come studentessa universitaria. Ho anche suonato la sua musica allo Schoenberg Center per molti anni e, come si sa, Rudolf Kolisch è stato un suo studente. Sono venuta in possesso della sua trascrizione del concerto violinistico di Reger per la versione da camera grazie alla Harvard University, che mi ha generosamente fornito i microfilm di questo lavoro. A mio parere questa trascrizione arricchisce l’originale nel suo timbro, nella flessibilità e nella trasparenza, fattori che sono stati molto importanti nella mia formazione musicale.

Il compositore tedesco Max Reger.

Siamo sempre abituati ad accostare il nome di Reger alle sue composizioni organistiche e a quelle da camera, ma anche i suoi lavori orchestrali sono veramente notevoli. Che cosa ama e ammira nel suo Concerto per violino?

A mio avviso, questo concerto violinistico è una logica continuazione delle sue opere precedenti e ciò che ho sempre amato della sua musica è che la senti in te, dentro di te. Una musica che non è soltanto espressiva, ma anche erotica nel senso platonico del termine.

In un altro CD ha registrato le Tre Sonate per violino solo di Ivan Chandoškin, che è stato definito il “miglior violinista russo del XVIII secolo”. Ci può dire qualcosa di più su questo musicista che non è molto conosciuto presso il pubblico italiano?

Mentre mi trovavo a Monaco di Baviera per registrare un altro disco, i 13 Capriccios di altrettanti autori contemporanei alla Bayerischer Rundfunk, andai in un negozio di musica, dove scoprii una casa editoriale molto interessante – la Verlag Walter Wollenweber – che ha una collana per pezzi inediti risalenti al periodo classico e romantico. Fu lì che trovai queste Tre Sonate di Chandoškin. Dopo aver trovato questi spartiti, decisi di studiare un po’ più attentamente questo compositore, oltre a leggere tre articoli a lui dedicati da importanti riviste specializzate russe. La vita e le opere di Chandoškin sono ancora oggi circondate da molte leggende. La sua arte nell’improvvisazione e la sua impareggiabile maestria nel saper strumentare gli valsero il soprannome di “Orfeo russo”, dopo aver studiato violino con Tito Porta, così come con altri maestri italiani, e aver suonato nell’orchestra di corte dello zar Pietro III. A mio avviso il rigore strumentale per un violinista non è dato dalla velocità o dal volume di suono che riesce a ottenere, ma piuttosto dalla capacità di far “cantare” lo strumento, una caratteristica tipica della scuola italiana, aspetto nel quale considero Chandoškin capace di stare allo stesso livello di Paganini. Ciò che trovo affascinante sia in Chandoškin sia in Glinka è che entrambi riuscirono ad esaltare ambiti della tradizione russa, ad esempio i pezzi folkloristici, rivestendoli con la tipica forma italiana. Questo è veramente unico. Infine, ma non meno importante, è una musica che si fa apprezzare sia dall’artista sia dal pubblico. A tale riguardo, ho eseguito proprio le Tre Sonate l’anno scorso al Salzburger Festspiele, un concerto che si è rivelato un grande successo.

Elena Denisova con il marito, il direttore d’orchestra Alexei Kornienko.

Maestro Denisova, quali sono i suoi prossimi progetti discografici e, in un prossimo futuro, il pubblico italiano potrà ascoltarla dal vivo nel corso di uno o più concerti?

Per quanto riguarda i miei progetti discografici, ci sono due nuovi CD appena pubblicati, uno dalla YYXart e dedicato alla serie dei concerti violinistici del XXI secolo, di cui il primo volume vede registrati quelli di due compositori russi, Nikolaus Feodorov e Mikhail Kollontay, e l’altro dalla Deka Media, accompagnata al pianoforte da Alexei Kornienko, con la Sonata n. 4 di Beethoven, il Grand duo concertante di Liszt e due brani del compositore contemporaneo Gabriele Proy. Inoltre, un terzo CD verrà prodotto quest’anno dalla Sony, ma di cui non posso ancora dire quali autori e brani vedrà incisi. Purtroppo, non son ancora previsti dei concerti nel vostro bel Paese, ma… mai dire mai!

Andrea Bedetti