Questi elementi di collegamento della LAB Audio Technology®, così chiamati in onore dei due grandi compositori per via della loro incredibile musicalità e trasparenza, rappresentano la scelta migliore in fatto di rapporto prezzo/qualità

Una premessa è a dir poco d’obbligo. La storia dell’alta fedeltà ci ricorda che fino ai primissimi anni Novanta, l’industria della riproduzione musicale di qualità si concentrò unicamente nel progettare e realizzare apparecchi, meccaniche e diffusori in grado di restituire nel modo più fedele il suono. Di fatto, però, da tale ricerca e progettazione, che mirava a migliorare costantemente la riproduzione sonora, vennero del tutto banditi e “dimenticati” i cavi che collegavano le catene formate dai vari componenti, sia a livello di alimentazione, sia per ciò che riguardava il passaggio del segnale tra gli apparecchi (appunto i cavi di segnale) e tra gli amplificatori e i diffusori (i cavi di potenza). Si giunse, quindi, al paradosso di assemblare una catena riproduttiva il cui costo poteva ammontare a decine di milioni, per poi vedere collegati questi apparecchi con cavi di alimentazione, di segnale e di potenza che costavano, a metri, poche migliaia di lire.

Poi, qualcuno, evidentemente baciato dalla luce e dalla sapienza divine, si rese conto di questo paradosso e di questo squilibrio: perché mai scegliere il meglio in fatto di giradischi, di preamplificatori, di finali di potenza e di diffusori, quando poi il segnale trasmesso tra tutti questi componenti veniva svilito, deturpato, castrato da cablaggi di infima qualità? Ecco che allora, a cominciare dalla metà degli anni Ottanta alcuni costruttori più lungimiranti cominciarono a interessarsi alla progettazione e alla costruzione di cavi che potessero conservare il più possibile tutte le varie informazioni sonore che passavano da un apparecchio all’altro fino all’emissione sonora data dai diffusori.

Premesso ciò, a favore di chi non conosceva questi risvolti di un recente passato, passiamo ora ai giorni nostri, dove nel mondo dell’alta fedeltà la stragrande maggioranza di addetti ai lavori e appassionati pone giustamente una grande attenzione anche per ciò che riguarda i cablaggi degli impianti di ascolto Hi-Fi, al punto che il rapporto, in taluni casi, si è addirittura modificato, tenuto conto che esistono cavi di potenza, di segnale e di alimentazione che arrivano a costare decine di migliaia di euro, in virtù di una lavorazione e di un uso di componenti a dir poco sofisticati. Quindi, chiunque voglia dare vita a un impianto di ascolto, capace di rispettare e vantare quelle prerogative di “fedeltà”, come recita la stessa definizione di questo settore della riproduzione sonora, non può assolutamente prescindere dal prendere in considerazione un cablaggio che sia all’altezza degli altri componenti della catena audio.

Il cavo di segnale RCA Mahler.

E qui giungiamo ai due cavi di segnale RCA al centro del nostro articolo. Magari qualcuno si sarà incuriosito davanti al fatto che entrambi portino il nome di due grandi compositori, ossia Mahler, colui che diede la svolta, in campo sinfonico, all’irruzione della modernità, grazie a una capacità unica di saper raccontare la musica con una straordinaria analiticità, e Tchaikovsky che, come ben sanno tutti gli appassionati di musica classica, fu unico nel saper orchestrare con uno straordinario senso di equilibrio tra le varie sezioni orchestrali. E magari, qualcuno si sarà anche scandalizzato nel vedere accoppiati i due grandi musicisti a questi cavi, il cui compito, è appunto quello di preservare la qualità del segnale sonoro e di trasmetterlo dai lettori, digitali o analogici che siano, allo stadio della preamplificazione o amplificazione.

Il sottoscritto, che di acqua sotto i ponti ne ha vista fluire nel corso di svariati anni, quando ha ricevuto per la recensione dal signor Luigi Antonio Bocca, patron della LAB Audio Technology®, queste due coppie di cavi, non ha fatto una piega, ma si è semplicemente limitato ad osservare la fattura di questi elementi di collegamento, a inserirli nei suoi due impianti (uno situato in sala e dedicato all’ascolto tramite diffusori, l’altro che si trova sulla scrivania in studio e riservato all’ascolto di qualità in cuffia) e ad ascoltare come lavoravano.

La LAB Audio Technology®, che si trova e opera a Palermo, ha dato vita a una serie di cavi di segnale, quattro per la precisione, che portano tutti nomi di grandi compositori (quindi oltre al Mahler, che rappresenta l’entry level, e al Tchaikovsky, vi è il Beethoven e il top level, Rossini) e di potenza, due (ossia ancora il Beethoven e il Rossini). Tutta questa serie come denominatore comune, ha una parola d’ordine: uno stratosferico rapporto qualità/prezzo. Per sincerarmi della fama che questa linea e il suo progettista si sono fatti in questi ultimi anni, ho voluto quindi mettere alla prova sia il Mahler, sia il Tchaikovsky, il cui prezzo è rispettivamente di 290,00 e 490,00 Euro per la lunghezza di un metro.

Tra le specifiche che li riguarda, c’è da dire che tutti i cavi realizzati dalla LAB Audio Technology® vengono assemblati rigorosamente a mano con un’esclusiva geometria costruttiva affinata in anni di test e utilizzando particolari conduttori in rame e Teflon purissimo. Inoltre, i connettori sono placcati in oro 24k per garantire un miglior passaggio del segnale sonoro e i conduttori sono in rame. Entrambi i tipi di cavi di segnale utilizzano un particolare trattamento criogenico in grado di migliorare la struttura molecolare del metallo conferendo qualità elettriche e meccaniche superiori. Il trattamento criogenico è un processo termico che utilizza azoto liquido e consiste nel portare da temperatura ambiente a temperatura criogenica, inferiore ai -190°C, il materiale da trattare. Il ciclo standard del trattamento criogenico si effettua abbattendo la temperatura in maniera controllata e graduale fino al raggiungimento della temperatura prevista e mantenendola per un periodo prefissato, al termine del quale il materiale viene riportato alla temperatura ambiente in maniera graduale. I tempi di discesa, permanenza e risalita della temperatura variano per tipologia di materiale e un ciclo completo può durare anche più di cento ore ed è ovviamente ottimizzato in funzione delle esigenze audio.

Il signor Bocca mi aveva fatto presente che entrambi i cavi avevano qualche ora di rodaggio alle spalle e quindi, prima di metterli sotto torchio, li ho fatti rodare, alternandoli tra le due catene di ascolto, il Mahler ancora per una decina di ore e il Tchaikovsky per una ventina di ore (si tenga conto che il primo raggiunge una fase ottimale dopo circa venti ore di rodaggio, mentre per il secondo che ne vogliono almeno trenta-quaranta). Il loro fissaggio sulla connessione è buono e la qualità dei connettori è veramente ottima, curata, anche nei dettagli, così come la flessibilità del cavo stesso, che permette di essere utilizzato anche in spazi ristretti. Per quanto riguarda la direzionalità dei cavi (ossia quale sia il polo di entrata e quello di uscita in fase di collegamento) non è presente, anche se il signor Bocca consiglia di inserirli seguendo la dicitura del logo che è posto su entrambi i cavi e che, quindi, ne indicano chiaramente la direzione. Trascorso questo periodo di rodaggio, mi sono dunque immerso nell’ascolto, effettuando il test. E il risultato è stato, effettivamente, molto, molto interessante e, per certi aspetti, entusiasmante. E questo per un motivo molto semplice, e che si ricollega alla “parola d’ordine” che contraddistingue questa serie, a partire proprio dal cavo Mahler e dal Tchaikovsky, ossia che la qualità di questi due cavi è nettamente e incredibilmente superiore rispetto al loro prezzo.

Cominciamo dal Mahler che, ricordo, è il cavo entry level della serie. Quando ho fatto iniziare a suonare la Symphonie fantastique di Berlioz, nell’ottima direzione di Sir Colin Davis alla testa della London Symphony Orchestra, registrata dall’etichetta della stessa orchestra londinese, mi ha colpito la rara pulizia, il nitore degli archi (il timbro rugoso e “legnoso” dei violoncelli mi ha fatto venire i brividi), mentre il passaggio che porta all’esplosione del tutti orchestrale ha rappresentato un perfetto esempio della capacità di questo cavo di riprodurre la dinamica senza fare una minima piega (e mi riferisco, in modo particolare, agli ottoni e ai timpani: secchi, precisi, veloci, idealmente scolpiti in alto sulla destra, con un decadimento degli armonici da lasciare di sasso). Inoltre, a colpirmi, per un cavo di segnale che, ripeto, costa meno di trecento euro, è stato il dettaglio che riesce a ricostruire dell’evento sonoro (la registrazione in questione, tra l’altro, è dal vivo) e, parallelamente, la restituzione dello spazio sonoro, con un’ariosità, una palpabilità dell’aria che circola dagli strumenti e tra gli strumenti stessi che è presente in cavi di segnale, non esagero, che costano almeno il triplo.

I connettori del cavo di segnale RCA Tchaikovsky.

Poi, ho ascoltato la stessa registrazione sostituendo il cavo Mahler con il Tchaikovsky e anche qui, dopo l’ascolto degli stessi passaggi precedenti della sinfonia berloziana, non ho potuto fare a meno di riflettere sul fatto che questa coppia di cavi, con la resa sonora che vanta, costa meno di cinquecento euro, ma ne vale più del doppio. Di cavi di segnale sul mio impianto Hi-End in sala ne sono passati diversi, molti indubbiamente buoni, alcuni solo discreti e pochi veramente ottimi in rapporto al loro prezzo (che poteva andare da cento fino a quasi cinquemila euro) ma, per quanto ricordo, nessuno è stato capace di manifestare una trasparenza, una musicalità che faceva rima con naturalezza, una dinamica così sontuosa, come ha saputo fare il Tchaikovsky che, per quanto esprime, non mi stancherò di ripeterlo, ha un prezzo che definire contenuto significa dire poco.

Rispetto al Mahler, il dettaglio d’insieme orchestrale vantava una grana ancora più capillare e raffinata, con tanto nero intorno agli strumenti delle varie sezioni, strumenti che manifestavano una matericità ancor più definita, “fisica” (soprattutto la sezione degli archi), mentre il palcoscenico sonoro risultava più ampio, con maggiore respiro ed “elettricità” nell’aria, quella che è in grado di manifestare solo un concerto dal vivo. Un cavo di razza, dunque, di altissima finitura e resa, capace di esaltare, in fatto di neutralità e trasparenza, la riproduzione sonora anche in un impianto che comincia ad essere impegnativo sia in fatto di qualità, sia di costo.

Le stesse conclusioni, sia per l’uno sia per l’altro, e sempre con la stessa registrazione sinfonica, le ho potute trarre anche in fase di ascolto nell’impianto da cuffia (quest’ultimo rigorosamente valvolare rispetto al primo, il quale invece è basato sullo stato solido). E questo significa che questi cavi riescono a dare il meglio sia con le valvole sia con i mosfet, segno che la loro accuratezza, la loro capacità di plasmarsi e uniformarsi alle due diverse “filosofie” riproduttive, per ciò che riguarda l’amplificazione, è pari alla loro trasparenza e alla mancanza di connotati eufonici.

Detto in soldoni, pochissimi cavi di segnale RCA hanno saputo entusiasmarmi come il Mahler e il Tchaikovsky, tenuto conto poi del loro strabiliante rapporto qualità/prezzo. E che nessuno, a questo punto, si scandalizzi se due siffatti cavi portano i nomi di due dei più grandi musicisti della storia, poiché Mahler e Tchaikovsky sono e restano, anche se la musica non la creano, ma la trasmettono da un apparecchio all’altro. E con tanta, tantissima fedeltà.

Andrea Bedetti

Distributore e prezzi

Cavo di segnale RCA Mahler

Cavo di segnale RCA Tchaikovsky

LAB Audio Technology®

Via Alfonso Borrelli, 16

90139 – Palermo

Tel. 091.7910195 – Fax 091.7910195

www.labaudiotech.com – [email protected]

 

Prezzo cavo Mahler: Euro 290,00 (IVA inclusa) lunghezza un metro

Prezzo cavo Tchaikovsky: Euro 490,00 (IVA inclusa) lunghezza un metro

(È possibile acquistare questi due cavi su https://store.labaudiotech.com/it/)