A prima vista, uno strumento come il corno, che ha rivestito a partire dall'Ottocento un ruolo sempre più basilare e importante nella musica sinfonica e orchestrale, non sembrerebbe adatto, a livello di timbrica, intonazione e risorse tecniche, a svolgere anche un ruolo da protagonista nella musica cameristica. In realtà, le capacità espressive del corno, soprattutto il modello che vanta un meccanismo a valvole (non dimentichiamo che si tratta dello strumento a fiato che vanta la maggiore estensione di registro, visto che copre cinque ottave), sono tali da permettergli di confrontarsi tranquillamente con altri strumenti, come il violino e il pianoforte, in sede cameristica, come dimostra quella meravigliosa pagina che è il Trio in mi bemolle maggiore per pianoforte, violino e corno op. 40 di Johannes Brahms.

L’ascolto di questa interessante registrazione da parte della casa discografica tedesca TYXart, dal titolo Melodies - 17 Original Horn Themes, con il cornista francese Hervé Joulain e la pianista connazionale Ariane Jacob, non fa altro che rafforzare tale convinzione, visto che presenta diciassette brani che vedono l’ottone dialogare idealmente con lo strumento a tastiera attraverso una pletora di compositori che vanno cronologicamente da Luigi Cherubini (1760-1842) fino al contemporaneo Laurent Couson (1976 - ). A fare la parte del leone sono gli autori francesi, ben sette, ma non mancano russi come Glière, Glazunov e Skrjabin, italiani come Cherubini e Sinigaglia, un tedesco quale Richard Strauss (grande ammiratore del corno), austriaci come Franz Joseph Strauss e von Krufft e un americano quale Leonard Bernstein.

La cover del CD della TYXart.

La scelta dei brani effettuata dai due interpreti francesi permette quindi di apprezzare al meglio l’evoluzione del corno e delle sue possibilità stilistiche e tecniche. Si è accennato a Cherubini e qui viene presentata, nella versione per corno e pianoforte, la sua prima delle due Sonate per corno e quartetto per archi scritte a Parigi nel 1804. Passano dieci anni e l’austriaco Nicolaus Freiherr von Krufft dà alle stampe la Sonata per corno obbligato in mi maggiore, della quale il duo Joulain & Jacob presenta il movimento Andante. Siamo ancora in una fase in cui il corno è ancora naturale (l’avvento dei pistoni o cilindri avviene nel 1835 grazie al cornista italiano Luigi Pini) e questo si avverte dalla scansione armonica che von Krufft dona al suo brano, anche se Hervé lo esegue senza fare ricorso al corno naturale, quindi senza ricorrere a una lettura filologica. La Romanza in fa maggiore op. 24 di Camille Saint-Saëns, datata 1874, ci fa comprendere meglio come il meccanismo a pistoni prima e a valvole poi permise al corno di aumentare la gamma timbrica, dando vita a una pletora di sfumature e di armonici che con i modelli precedenti era impossibile ottenere.

E che questa gamma timbrica, resa possibile dalle migliorie tecniche di cui si è detto, possa permettere al corno di rendere perfettamente atmosfere meste e articolate viene testimoniata dall'arrangiamento della celeberrima Pavane pour une enfante défunte di Maurice Ravel, così come nell'Andante op. posth. del 1888 scritto dal giovane Richard Strauss, all’epoca infatuato da questo strumento, come dimostra il Concerto per corno e orchestra n. 1 scritto sei anni prima. E non si può non citare il Lied del nostro Leone Sinigaglia, tratto dal Lied & Humoresque op. 28, la cui raffinata linea melodica viene esaltata dal suono brunito del corno.

La pianista Ariane Jacob e il cornista Hervé Joulain, protagonisti di questa registrazione.

Certo, non bisogna sottovalutare l’apporto dato dai due interpreti, a cominciare da Hervé Joulain, il quale riesce a tratteggiare ottimamente i vari brani, con un’intonazione che raramente è dato ascoltare, capace di estrarre dal suo strumento ogni minima sfumatura e impregnandola di sapiente espressività. Allo stesso tempo, Ariane Jacob non solo si limita a un prezioso accompagnamento, ma riesce a esprimere una capacità di dialogo in grado di gareggiare con il corno in fatto di nuance timbriche e psicologiche.

La presa del suono rende giustizia al corno grazie a una dinamica corposa, energica e veloce, senza tracce di enfasi. La ricostruzione data dal palcoscenico sonoro presenta l’ottone correttamente davanti al pianoforte. Di buona fattura anche l’equilibrio tonale, anche se talvolta nei ff e fff il timbro del corno tende a oscurare leggermente quello del pianoforte, e il dettaglio.

Andrea Bedetti

AA.VV. – Melodies - 17 Original Horn Themes

Hervé Joulain (corno) - Ariane Jacob (pianoforte)

CD TYXart TXA 19142

Giudizio artistico 4/5
Giudizio tecnico 4/5